Beata o Dannata La Divina Commedia è Servita – Il nuovo libro di ricette di Claudia Fraschini

Beata o Dannata La Divina Commedia è Servita Il nuovo libro di Claudia Fraschini un regalo per Natale  „Tu proverai sì come sa di sale | lo pane altrui, e come è duro calle  lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.“XVII, 58-60

Un po’ angelo un po’ diavolo. Claudia Fraschini, chef, anima e cuore di Cookin’ Factory si è messa in gioco con un nuovo progetto: un libro di ricette che si rifà niente meno che alla Divina Commedia di Dante Alighieri: “Beata o Dannata. La Divina Commedia è servita” (Trenta editore, 22 euro).Un regalo ideale per Natale che può essere abbinato con le ceramiche di Maddalena Boero. Il libro e due tazzine… 35 euro. Per acquistare il libro o il kit completo potete scrivere a info@claudiafraschini.com

BEATA O DANNATA Trenta ricette per trasformare la cena in un gioco di sensi, dalla vista, al gusto, alla mente. Un viaggio fra Inferno, Purgatorio e Paradiso, attraverso il cibo e la cucina. Vi siete mai chiesti quale piatto potrebbe avere le caratteristiche di un ladro? O di un eretico? O di un invidioso? O ancora di uno Spirito amante? Fedele ai dettami della Divina Commedia, Claudia ha seguito le leggi del contrappasso per dare vita a ogni ricetta: sono nati così la Dama nuda a base di nocciole e cioccolato per i Lussuriosi, la Seppia e ‘nduja accesa dal piccante peperoncino per gli Iracondi e la Lingua al bagnetto rosso per gli Adulatori. Ma anche la Corona di agnello al tartufo nero per i Superbi e l’Île flottante con crema inglese e lamponi per i Cori Angelici. Un gioco di ingredienti, cotture e tradizioni, per portare in tavola la grande cultura italiana, quella letteraria che non ha mai lasciato i banchi di scuola, e quella gastronomica che continua a rendere unica al mondo la nostra cucina.  DANTE E LA CUCINA  

Dante scrive la  Divina Commedia, tra il 1304 e il 1321,  anni in cui la cucina si trasforma grazie alla pubblicazione dei primissimi ricettari di cui sappiamo (come il Liber de coquina, che si pensa venga scritto attorno al 1304). Gli alimenti e la loro preparazione iniziano a essere presenti nella letteratura ed è forse per questo che anche Dante decide di inserire nella sua maestosa opera riferimenti alla gastronomia dell’epoca.

Nell’Inferno rappresentato e raccontato da Dante, la gola (mangiare senza riuscire a darsi un freno) è considerata un peccato capitale. Non solo, Dante afferma che tra le possibili colpe di cui si può essere responsabili, quella di finire nel girone dei golosi sia la meno dignitosa (come anche la punizione subita: restare fiacchi sotto a una costante pioggia nera e maleodorante, sia quella più indegna tra le varie possibilità).

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